We l'OVE
Tutti i boschi realizzati con il progetto Amicambiente sono stati finanziati con il ricavato generato da Adriatica Oli con il corretto riciclo degli Oli Vegetali Esausti.
Olio vegetale esausto: un rifiuto con tutta la vita davanti!
Con la raccolta differenziata dell’olio vegetale esausto trasformi un rifiuto in una nuova risorsa e fai del bene a te all’ambiente.
In Italia le famiglie producono 180 mila tonnellate di Oli Vegetali Esausti (OVE) all’anno. Purtroppo, solo ⅓ viene raccolto e riciclato correttamente, forse perché c’è ancora poca consapevolezza sull’importanza di questa buona pratica. Rimediamo subito spiegandoti come fare una corretta raccolta degli OVE.
![we l’ove copertina we l'ove copertina](https://www.amicambiente.it/wp-content/uploads/2024/05/we-love-copertina-scaled.jpg)
Cosa sono gli OVE?
Gli OVE, Oli Vegetali Esausti, sono tutti gli oli che si producono in cucina ovvero:
- oli di frittura
- fondi di cottura degli arrosti
- oli di conservazione dei cibi in scatola (tonno, acciughe, carciofini, ecc.)
- oli alimentari scaduti o deteriorati
Se cucini anche con burro e strutto, aggiungi pure alla lista questi grassi animali, perché seguono esattamente lo stesso procedimento di riciclo.
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Perché bisogna riciclarli?
Gli OVE sono rifiuti pericolosi per l’ambiente e quindi devi fare molta attenzione a non farli entrare a contatto con la natura:
- né attraverso gli scarichi domestici
- né attraverso la terra del tuo orto o giardino.
Se pensavi di poterli versare nel lavandino o nel WC, sappi che prima o poi intaseranno le tue tubature costringendoti a chiamare un idraulico o a usare prodotti che promettono miracoli, ma che in realtà peggiorano solo il problema perché corrosivi e per di più inquinanti! Dalla rete fognaria al depuratore il passo è breve. Sappi allora che ogni kg di olio che finisce nell’impianto di depurazione del tuo comune genera un costo di manutenzione superiore a 1 euro. Il tutto a spese della collettività e dunque anche del tuo portafoglio!
Se invece speravi di disfarti degli OVE usandoli come fertilizzante per il tuo Ficus Benjamin, il tuo giardino o il tuo orto, sappi che creano una pellicola attorno alle radici delle piante impedendo loro di nutrirsi. Dal terreno a un corso d’acqua o al mare il passo è breve e il danno è enorme: basti pensare che 4 kg di olio inquinano una superficie d’acqua grande come 1 campo di calcio attentando alla vita della flora e della fauna terrestre e marina.
Fai la differenz(iat)a in 4 semplici mosse
- Ogni volta che friggi, prepari un arrosto o apri una scatoletta di tonno, per prima cosa conta fino a 10 per non cedere alla tentazione di buttare l’olio nel lavandino o nel WC.
- Procurati una bottiglia di plastica o un flacone di detersivo vuoti e versaci l’olio, se necessario dopo averlo fatto raffreddare.
- Quando il contenitore sarà pieno, portalo all’isola ecologica della tua città o all’Olivia più vicina a casa tua. (Ti stai chiedendo chi è Olivia? È il contenitore giallo dal tappo nero fatto apposta per tenere gli OVE lontani dall’ambiente. Le trovi nel tuo quartiere, fuori dal supermercato o nell’isola ecologica della tua città.)
- Riconta fino a 10 per non cedere alla seconda tentazione: abbandonare il contenitore a terra accanto all’Olivia. Invece, riportalo a casa e riutilizzalo per la raccolta degli OVE.
Attenzione: l’unico olio che non devi MAI versare nell’Olivia è l’olio motore, che segue una filiera di recupero differente.
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OVE: da rifiuti a risorsa
La corretta gestione degli oli vegetali esausti ha una lunga serie di vantaggi:
- Quando differenzi l’olio esausto dal resto dei rifiuti organici, eviti gravi danni a terreni, falde acquifere, mare e corsi d’acqua. In pratica, gli impedisci di formare una pellicola invisibile, ma estremamente resistente, che mette in pericolo la vita della flora e della fauna marina e terrestre. E la Natura ringrazia!
- L’attivazione del servizio di raccolta differenziata degli oli vegetali esausti comporta minori costi di pulizia delle reti fognarie e di manutenzione dei depuratori.
- Poiché l’olio esausto puo’ essere trasformato in nuove risorse come il biodiesel se tutto quello prodotto in Italia venisse rigenerato, si potrebbe importare una minore quantità di petrolio e risparmiare 75 mln di euro/anno.*
Grazie alla trasformazione dell’olio vegetale esausto in biodiesel, possiamo evitare di immettere in atmosfera grandi quantità di CO2 e risparmiare molta acqua. Il biodiesel, infatti, è un biocarburante a basso impatto ambientale e inoltre riduce l’utilizzo di combustibili fossili tradizionali. I carburanti derivati dal petrolio utilizzano una grande quantità di acqua ed energia per la produzione e il trasporto, aumentando così di gran lunga le emissioni di CO2.
Ogni singola goccia di OVE può essere riciclata al 100% e trasformata in biodiesel ma anche in detergenti, inchiostri, oli lubrificanti, candele e, con il progetto Amicambiente il tuo OVE si trasforma in boschi, piante e alberi!
* Fonte: “Il contributo del CONOE alla Green Economy”, studio commissionato dal CONOE alla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, 2016